Tucidide ha scritto:A parte risposte deliranti, come Tosca, GIlda e Adriana Lecouvreur
Gilda è un'ipotesi davvero delirante: hai ragione.
Tosca invece non direi: vocalmente la Fleming se la mangerebbe, anche se personalmente non sarei così curioso di sentirla. Temo che ne farebbe una specie di sciroppo tradizionale...pieno di bei legati e pianissimi.
Forse solo Carsen potrebbe scatenare in positivo il suo essere "diva" per questo personaggio a metà fra la tragedia borghese e il tabloid.
Idem per Adriana Lecouvreur (a proposito, oggi abbiamo una cantante che potrebbe davvero risollevare e rivoltare come un calzino questo sfortunato e maldestro personaggio : Ewa-Maria Westbroeck! Ascoltatemi, direttori artistici!). Tornando alla Fleming, vocalmente ci starebbe tutta, ma sinceramente ne ho abbastanza di queste Adriane tutte atteggiate e molli, vestite in modo improbabile, intente a gongolarsi nelle loro "messe di voce". Non c'è una solo cantante che riesca a convincermi nel ruolo (nemmeno la Olivero che mi diverte, mi interessa, ma a cui non riesco a credere neanche per un attimo).
ho appreso che la divona sta pensando ad Elsa,
Be' anche qui... la farà bene, anzi benissimo vocalmente: sarà un'Elsa maestosa.
Io che però cerco un'Elsa vera donna, tremo un po' all'idea di cosa mi combinerebbe Calamity René.
Potrebbe funzionare solo se le confezionassero intorno un Lohengrin in chiave "cyber-epica", sullo stile del recente "Beowulf" cinematografico.
Allora, come pallida castellana di rocche "fantasy" immerse fra le nevi del nord, tra supereroi da fumetto e incantesimi pagani, la Fleming (novella Robin Wright Penn) ci starebbe benissimo.
Dovremmo suggerire a Robert Zemeckis di curare la regia del prossimo Lohengrin al Met con la Fleming!
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Ariadne (in teatri non grandi)
se è per questo anche in teatri grandi le verrebbe stra-bene.
questo è proprio un ruolo adatto a lei: metafora della finzione teatrale che si fa verità emozionale.
e forse anche al Trovatore.
Anche questo è un ruolo nel quale sarei entusiasta di ascoltarla!!!!!
Altera, irreale, solitaria. Anche i compiacimenti, gli artifici retorici, gli "sbrodolamenti", dispersi nell'alito notturno dell'Aliaferia, avrebbero senso.
Che grande, infelice, femminile dama sarebbe!
Mi piacerebbe che interpretasse la Dido di Purcell, la Cleopatra del Giulio Cesare di Handel (per quanto la coloratura di "Da tempeste il legno infranto" la possa trovare a mal partito),
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Non so, non mi convince.
Non è solo questione di virtuosismo, ma di profondità di visuale.
La regina Didone per me è una specie di simbolo eterno di una regalità primordiale e selvaggia, sotto i cieli dell'Africa. Non posso pensarla affidata a una normale primadonna d'opera (sia pure meravigliosamente brava).
Deve esserci qualcosa di antico e ancestrale in lei.
Anche se la considero vocalmente e tecnicamente inascoltabile, ammetto che la tua vecchia Flagstad, pur non riuscendo - in questa parte - a mettere una nota dopo l'altra in modo sensato (almeno per me), comunicava tuttavia una specie di grandezza totemica che rende vera la parte.
Proprio come Jessye Normann la più grande e vera regina d'Africa che sia possibile sentire, sempre per me.
Anche Cleopatra è un ruolo sconcertante e poderoso, eticamente e culturalmente destabilizzante.
Va molto più in là di Alcina, che in fondo è un'amante e una lussuriosa da epica cavalleresca, integrata - sia pure per contrasto - nell'etica occidentale.
Cleopatra è l'altro. E' l'archetipo dell'"altro"; è l'ipostasi della paura "del ribaltamento" che la nostra Civiltà associa a chi è "al di fuori": proprio come Medea.
Anche ammesso che la Fleming abbia il carisma interpretativo, la sensualità ipnotica (e non recitata), il cinismo e naturalmente la vocalità fiorita per affrontare una simile parte, non credo che potrebbe ricavarne un personaggio "grande".
Ok... tu dirai: ma quante Cleopatre sono poi state davvero grandi?
Hai ragione: è vero. Ben poche!
Però da una Fleming siamo in diritto di attenderci che sia grande sempre!
Pensa che io mi irrito persino quando sento la Sutherland fare Cleopatra (lei che centrò mirabilmente sia Alcina, sia Rodelinda).
e, perché no, Manon Lescaut di Puccini - parli con uno che adora la sua Manon di Massenet.
Sicuramente hai ragione tu.
Il mio problema è che odio la Manon di Puccini (non chiedermi perchè, ma la trovo un'opera goffa e insopportabile: non andrei mai a sentirla a teatro).
Non ci vedo la Fleming, come ragazza fresca, pura e peccaminosa di Parigi.
Non ce la vedo nemmeno in Massenet, anche se ammetto di non averla mai sentita in questo ruolo: sono carico di pregiudizi come vedi!
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Perchè invece non scatenare il potenziale della Fleming nei ruoli Jeritza o Ursuleac di Strauss? Ha tutto per fare un figurone. La voce suadente e cremosa, il fascino debordante ma artefatto, manieristicamente costruito, l'acuto possente, il fraseggio elaborato ed edonistico, il gusto ironico della finzione teatrale, l'emozione che può trascolorare in ricamo o in melassa!
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Sembra nata apposta per i personaggi più estremi e improbabili di Strauss.
La Kaiserin, l'Aegyptische Helena, Danae...
Oppure dovrebbe buttarsi nei ruoli gonfi e sontuosi del decadentismo italiano: Pizzetti, Zandonai, Montemezzi, Respighi.
Un sua Francesca da Rimini potrebbe riservare delle sorprese. Perché non una Isabeau? Carica di cascami estetizzanti e floreali?
E quanto sarebbe felice di circolare nuda su un cavallo!
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E perché non Catalani?
Ti immagini una Wally?
Ti immagini (sì, parlo sul serio...) una Loreley?
Prevedo già quello che dirai...
"ma no! Sono ruoli drammatici, che richiedono vocioni!"
E chi l'ha detto?
A parte il fatto che la Fleming ha, a modo suo, un bel vocione, corposo al centro e potentissimo sui primi acuti, non è affatto detto che questi ruoli debbano essere affidati a virago.
L'aspetto più bello di Loreley (che tutte trascurano) è la sua femminilità; non parliamo di Isabeau... di Parisina...
Sono ruoli che anche la Muzio ha cantato e la Muzio (che si è avventurata fino a Norma e Turandot, e ha creato Giorgetta) era un'altra cantante come la Fleming, tutta velluti, artefazioni sopraffine, sdolcinature sempre in agguato e incredibili alchimie di dinamica.
E perché non Ariane et Barbe Bleu di Dukas?
Perché non la Snegourotchka di Rimsky?
potrebbe fare un'Ottavia interessante.
Ottavia? La Fleming?
Ottavia la superciliosa matrona che si esprime solo in recitativi?
Ottavia la moralista che ordisce complotti per assassinare Poppea e ricatta, con menzogne, Ottone?
Ottavia "infrigidita e infeconda?"
Infrigidita e infeconda la Fleming???
Ma l'hai vista bene?
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E poi ti pare che la Fleming accetterebbe di cantare una parte così "secondaria", venendo dopo - alla passerella degli applausi - l'interprete di Poppea e quella di Nerone? Ti pare possibile?
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Io comunque dopo aver visto in scena la Von Otter non riesco ad aspettarmi niente di più e niente di diverso per questo personaggio.
E' raro che abbia la sensazione che oltre non si possa andare: e devo dire che la Von Otter in Ottavia me l'ha data.
E' la medesima sensazione che ho avuto ascoltando - quella sera stessa - il Nerone dell'Antonacci: la sensazione più di così non sia possibile.
Questi sono i cast che mettono insieme a Parigi (ah... dimenticavo: la direzione era di Jacobs e la regia era di McVicar).
Ma sto divagando...
Be' che ne dici delle mie proposte?
Mi ammetti fra i fan della Fleming?
Salutoni,
Mat