Natalie Dessay

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Messaggioda MatMarazzi » sab 22 set 2007, 16:50

Cara Giulia Grisi,
sono, lo ammetto, un po' sorpreso.

Ma non tanto dalle citazioni che hai postato...
Conosco, ahimè, quel sito "parterre" e il gruppo di vetero-loggionisti nostalgici, che si raccoglie intorno alla Cieca.
Da loro mi aspetto benissimo questo candore di fronte alla "regie schock" e il trito rimpianto dei "cantanti di una volta..." , quando le voci erano vere, quando quello che contava non era il marketing, quando i tecnici del suono non trasformavano in trombe gli ottavini, quando i registi non la facevano da padrone ecc.. ecc... ecc...
Tutte cose talmente note e stranote che non potrebbero davvero sorprendermi.

La mia sorpresa è piuttosto legata a un avverbio che hai usato tu
"anche"

giulia grisi ha scritto:..chissà, forse anche gli americani sono un po' perplessi da questa formula univoca che caratterizza le apparizioni della diva francese, allestimenti schock e sopra le righe, canto ormai deficitario e faticoso........


Vorrei capire: Anche gli americani... (ammesso che quelli della Cieca siano tutti gli americani) oltre a chi?
Non credo che tu intendessi "oltre a noi europei" perchè i trionfi spettacolari, direi grandiosi raccolti dalla Dessay ai quattro angoli d'Europa sembrano proprio attestare che noi, poveri europei, non siamo ancora arrivati a "perplimerci!" sulla "formula univoca" della dessay.
Noi siamo ancora talmente arretrati e faciloni da ritenere che l'incredibile forza attorale, lo spaventoso carisma, la capacità di creare dieci zerbinette completamente diverse a seconda delle produzioni e del direttore non siano... difetti su cui sorridere o formulette messe in atto per prendere il giro il pubblico!
In Europa credo che soprattutto permanga l'ingenuo sbalordimento (anche mio) di fronte a una personalità di una forza a cui (in quel repertorio) non siamo mai stati abituati e che trascende il comprensibile affievolimento di una voce che comunque resta spettacolare (e il confronto con la Massis, mah...)

Quindi sarei propenso a integrare la tua frase con "anche gli americani, oltre a me sono un po' perplessi"
Anzi, se devo dirla tutta, sostituirei pure "gli americani" con i "frequentatori del sito http://www.parterre.com".

:)

Un salutone affettuso
Matteo
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Messaggioda teo.emme » sab 22 set 2007, 18:17

Beh, sulla Dessay vorrei, a questo punto, aggiungere anche le mie perplessità.

L'approccio "attoriale" (ma sarebbe più corretto parlare di un atteggiamento da "guitto") della "diva" è quanto di più scorretto si possa immaginare nel repertorio belcantistico. Nel belcanto il personaggio va risolto nella vocalità pura e nelle sue astrazioni, non certo nelle corse e nelle capriole.

La pazzia di Lucia, per stare in argomento, è già tutta nella musica, negli impasti timbrici, nel suono straniante del flauto (o della glass-harmonica) che accompagna la scena, nei richiami tematici (frammentati e scomposti) al duetto con Edgardo, nelle frasi spezzate. Non ha bisogno di essere "arricchita" con la volgarità di elementi esteriori quali risate, urla o pianti... Ciò che ci rifila abitualmente la Dessay è un belcanto stantito e letto alla luce di un'interpretazione pseudo verista tanto fuori moda e sorpassata, quanto scorretta e sgradevole. E ciò che più irrita è che questo insulto perpetrato alla partitura è giustificato dalla mera ansia di glorificazione delle sue presunte doti attoriali (che quelle vocali si sono vertiginosamente ridimensionate).

Bisognerebbe - nell'affrontare l'opera - avere la consapevolezza che prima di tutto si tratta di musica, e che gli effetti (emozionali e sentimentali) sono già espressi dalla partitura e dai segni d'espressione previsti dal compositore, inutile e superfluo aggiungere! Chi invece ritiene di dare la precedenza ad altro rispetto alla musica (sia esso il testo che il dramma) ha probabilmente sbagliato genere. Se si vogliono calcare le scene sbraitando da un capo all'altro del palco, saltando su e giù da altalene, cantando a testa in giù o sdraiati per terra, si abbia il buon gusto di lasciare in pace il belcanto con le sue difficoltà (colorature, emissioni, agilità, fraseggio etc..) e ci si limiti a Santuzza o giù di lì, oppure - ancora meglio - ci si dedichi al teatro di prosa, dove poter sfogare le proprie manie alla Sarah Bernhardt....

Oltre al fastidio che può suscitare un'esecuzione "tarantolata" alla Dessay, vi è un gravissimo inconveniente nel fare tutte quelle evoluzioni: il canto e la correttezza esecutiva va a farsi benedire, le agilità risultano sporche, gli acuti sono strillati, il fiato è corto e non tiene la frase (ovvio..se si ha il fiatone non si riesce a cantare) e l'intonazione è traballante (quando non è inesistente). La Dessay conferma tutti questi vizi, almeno nelle sue recenti performance (tanto diversa era un tempo, tanto da lasciarmi la quasi certezza che attraverso l'esuberanza scenica cerchi di supplire a palesi deficienze vocali che solo una claque in mala fede si ostina a non rilevare, complici naturalmente i potenti mezzi pubblicitari e mediatici che la accompagnano ovunque).

L'unico modo, per me, di valutare la Dessay è tramite le registrazioni in studio, dove la voce è emessa correttamente e non è sottoposta a stress scenici. Ascoltandola così fa ancora più rabbia il vedere e il sentire lo spreco di una voce così bella e tecnicamente rifinita in una grottesca e cattiva interpretazione del ruolo di diva che si è cucita addosso.

Non ho dubbi che la Massis sarà molto più credibile, corretta e professionale....ma la stampa comunque osannerà "l'interpretazione" della Dessay (interpretazione e basta però, dato che di canto se ne sentirà un gran poco).

Vorrei aggiungere anche che questa "deriva" attoriale nell'interpretare il Belcanto, lo sta trasformando in qualcosa di diverso da sè, una sorta di ossimoro dove il canto e la voce e la tecnica (che dovrebbero essere il fulcro) divengono meri aspetti secondari in una concezione che privilegerebbe il "personaggio" (senza peraltro comprendere il motivo di calcare la mano su di una drammaturgia convenzionale e povera come quella dei testi in uso al melodramma ottocentesco). Il tutto a lode, gloria e onore delle voci di scarsa preparazione tecnica che affrontano un repertorio che a loro dovrebbe essere precluso (ma che risolvono con trionfi grazie a questo nuovo e degenerato atteggiamento). Io credo che il belcanto si risolva esclusivamente nella voce e nella tecnica, se non si ha né l'una né l'altra si dovrebbe cambiare repertorio.....e invece che si fa? Si cambia il concetto di belcanto! Che pena....
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Messaggioda pbagnoli » sab 22 set 2007, 18:35

Io credo che il belcanto si risolva esclusivamente nella voce e nella tecnica, se non si ha né l'una né l'altra si dovrebbe cambiare repertorio...

Caro Teo, ho letto con estremo interesse quello che hai scritto sulla Dessay.
Rispetto ovviamente le tue opinioni e non ne condivido nemmeno una parola.
Né sulla Dessay, che mi è (quasi) sempre sembrata inappuntabile per quanto riguarda la cifre tecnica - e non sarà un acuto strillacchiato ogni tanto a farmi cambiare opinione - né ovviamente sulla questione che tu sollevi e che ho quotato.
Il belcanto (termine sul quale poi dovremmo discutere a lungo per stabilirne gli esatti confini) non può essere una palestra per esercizi vocali da esibire, possibilmente, in sede di concerto.
Quello che tu dici è profondamente giusto: cadenze, trilli, volate e agilità varie esprimono stati d'animo, e questo già prima del belcanto come lo intendiamo noi: nell'opera barocca, e forse anche nei madrigali (genere quest'ultimo di cui ho poca o punta esperienza) tutti gli abbellimenti hanno una precisa collocazione a seconda dello stato d'animo che devono esprimere.
Eppure ciò non può più bastare: ne abbiamo parlato anche in altro post.
L'opera è un genere teatrale, in cui anche tutto ciò che ha a che fare con la recitazione ha un suo ruolo non meno importante della pura emissione delle note.
Nessuno vuole misconoscere l'importanza di una tecnica ferrata che permetta di evitare tutte le trappole insidiose che questo tipo di repertorio sottopone all'interprete. Ma, a mio giudizio, questo tipo di elaborazione della materia che affida solo alla precisione tecnica l'empito interpretativo non può più bastare, soprattutto ai nostri tempi che hanno visto passare tanta acqua sotto ai ponti.
A me sembra che la Dessay, con le sue inquietudini, le sue nevrosi (a mio gusto) magicamente interpretate sulla scena, sia una delle interpreti più affidabili di questa evoluzione del belcantismo che ha portato tutte le interpreti più di classe - in primis, la Gruberova con la sua Elisabetta del Devereux e, in tempi più recenti, la Damrau - a chiedere a se stesse qualcosa che vada oltre il mero dato vocale.
Ne ho la controprova ogni volta che vedo e ascolto colei che passa per essere la nostra belcantista più valorosa, e cioè Mariella Devia.
Con tutto ciò, ripeto, rispetto la tua opinione.
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Messaggioda teo.emme » sab 22 set 2007, 18:45

pbagnoli ha scritto:Con tutto ciò, ripeto, rispetto la tua opinione.


E io naturalmente rispetto la tua, ci mancherebbe, ma resto in completo disaccordo. Comunque si può riprendere il discorso magari in una discussione incentrata proprio sul Belcanto. :D
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Messaggioda PQYD » sab 22 set 2007, 19:22

Dato che condivido parola per parola quanto scritto da teo.emme, lo quoto senz'altro.

Aggiungo solo un piccolo video, da una Lucia newyorkese di qualche anno fa, il largo del sestetto. La regia non seguirà alla lettera le indicazioni del libretto, ma Gianna Rolandi, ottima tecnica e attrice di classe, non dà al pubblico un solo motivo di deridere la sua interpretazione:

http://www.youtube.com/watch?v=Ci3RWcZxP_U
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Messaggioda giulia grisi » sab 22 set 2007, 20:59

Uhmm, mi piace questo thread.

Farei due precisazioni:
1) che il belcanto non sia solo tecnica è vero, posto che senza tecnica il belcanto non si fa. E' la premessa a raggiungere lo scopo finale, una premessa pesante, pesantissima.
Ci sono lacune tecniche gravi, altre meno, anche perchè, salvo forse la Dame, di perfetti perfetti non ce ne sono stati, almeno a memoria discografica.
Quanto all'esprimere, che è da sempre obbiettivo del canto operistico, resta il fatto che esistono anche per questo canoni stilistici, per cui possiamo avere forme e modi di espressione che risultano impropri se traslati da un'epoca ad un'altra ( pensiamo al parlato di cui diceva nel thread della Tosca ). Perciò forse su quanto dice Pietro si potrebbe argomentare e circostanziare ulteriormente.

La seconda riguarda Natalie: una cantante che a parer mio è partita in un modo ( che mi piaceva tantissimo, e che, più importante, godeva di stima anche tra grandi cantanti della generazione precedente, a differenza di altre sue colleghe di star system attuale ) e che sta proseguendo, vorrei dire declinando, in ben altro.
Involuzione che muove dall'involuzione tecnica, oggettiva e documantabile anche solo con i dischi ufficiali, e che, come tutti oggi, non trovando un rimedio tecnico può solo inventarsi una forma artistica alternativa, dove il recitar cantando è diventato prevalentemente il recitando solo.

Per questa donna, a differenza di quasi tutte le sua attuali colleghe, mi sento di usare la parola ARTISTA, perchè lei ha saputo essere un 'artista ( ossia di più di una cantante ): in questo la metto sopra un Devia come personalità. Ma solo quando ha iniziato e si è affermata a livello mondiale.
Ora ritengo che l'involuzione violenta del mezzo come anche parte dei suoi gravi malanni ( perchè i polipi in gola da sempre sono legati all'abnorme sollecitazione delle corde vocali, che nel canto di tecnica non si deve praticare ) abbiano pregiudicato l'artista, perchè il suo canto è zoppo e per motivi meramente tecnici.
E da ciò tutto deriva di conseguenza: sua verve di attrice ( del gusto non discuto) discende dall'aver fatto un razionale bilancio delle sue risorse, e dal potervi porre rimedio così soltanto.

E' il confronto con la prima Dessay che schiaccia quella attuale, senza scomodare altre signore oggi correnti. Nataliè non può più fare oggi quanto faceva ad inizio carriera: di quella Nataliè non esiste più la lunghezza, lo smalto anche nella zona centrale, la capacità di legare e modulare i suoni quasi ad ogni altezza, la bella coloratura......
Questo mi pare un dato oggettivo e triste per una cantante di 45 anni su per giù, e che ha cantato un repertorio che di certo non ti consuma.

Quanto poi allo stile, o meglio, alla pertinenza stilistica di certi suoi attuali personaggi ( a cominciare dalla discussa Fille ) credo ci sia ampia materia di discussione.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2007, 0:22

pbagnoli ha scritto:Eppure ciò non può più bastare.


Perchè dici che non può "più" bastare, Pietro?
Non è mai bastato.
Non c'è mai stata un'interprete belcantista del passato e del trapassato che non fosse anche una fortissima personalità e una straordinaria artista.
Proprio come la Dessay.
Se leggi ciò che si scriveva sulla Malibran, come sulla Tjetiens, come sulla Mazzoleni (per procedere di cinquant'anni in cinquant'anni) osserverai che sempre lì si va a finire: sulla forza poetica, emozionale, comunicativa dell'artista senza la quale i trilli, le volantine, le messe di voce non sono più le armi per esprimere ma diventano o esercizi da studenti di conservatorio o malinconici idoli da cellettiani di terza generazione.

Quello che dici, Pietro, è ovviamente sacrosanto, ma non dobbiamo pensare che sia una "conquista" di oggi, o che sia una prerogativa della Dessay. Lei si limita a fare ciò che tutte le maggiori operiste hanno sempre fatto.
L'evidenza drammaturgica, la poderosa presenza catartica dell'interprete (ben oltre lo spartito, che non dice che un millesimo di quel che dovrebbe dire il cantante, segnatamente nel repertorio belcantistico) sono SEMPRE state una caratteristica cardinale della creazione vocale e operistica.

A parte questo piccolissimo dettaglio, trovo incorniciabile tutto quello che hai scritto.
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Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2007, 0:32

PQYD ha scritto: Gianna Rolandi, ottima tecnica e attrice di classe, non dà al pubblico un solo motivo di deridere la sua interpretazione:


Caro pqyd,
Devo dire che mi sei simpaticissimo: ho un debole per la gente acuta, furba e spiritosa!!

Ma alle volte mi spiazzi, perché non riesco a capire se scherzi o se parli sul serio.
Davvero secondo te questo video del terrore dovrebbe illuminarci sulle abissali pecche della Dessay?

:(
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Messaggioda PQYD » dom 23 set 2007, 8:38

MatMarazzi ha scritto:
PQYD ha scritto: Gianna Rolandi, ottima tecnica e attrice di classe, non dà al pubblico un solo motivo di deridere la sua interpretazione:


Caro pqyd,
Devo dire che mi sei simpaticissimo: ho un debole per la gente acuta, furba e spiritosa!!

Ma alle volte mi spiazzi, perché non riesco a capire se scherzi o se parli sul serio.
Davvero secondo te questo video del terrore dovrebbe illuminarci sulle abissali pecche della Dessay?

:(
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Potresti definirmi che cosa intendi per "video del terrore" e perché definisci così questa Lucia?
(Nota comunque che parlavo della sola Rolandi, non del discutibile contorno. :) )
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Messaggioda MatMarazzi » dom 23 set 2007, 18:47

PQYD ha scritto: Potresti definirmi che cosa intendi per "video del terrore" e perché definisci così questa Lucia?
(Nota comunque che parlavo della sola Rolandi, non del discutibile contorno. :) )


Va bene, Pqyd, ti dirò cosa intendo per "video del terrore".

Intanto definire il contorno "discutibile" è un atto di generosità che non mi aspettavo da una penna severa e "senza concessioni" come la tua :)
Qui io vedo solo una manica di matti, vestiti da carnevale a tema (il 700), che non va a tempo, non recita (e quando lo fa ...poveri noi), non rispetta le progressioni dinamiche insite nella musica e arriva in fondo per grazia di Dio.

Ma a parte questo, tu sai meglio di me (essendo un vero cultore di questo repertorio) che cosa rappresentano questa pagina e quest'opera.

Sai benissimo che razza di rivoluzione Cammarano e Donizetti abbiano messo in atto nell'opera italiana, quando presentarono questo testo torbido, morboso, patologico, dove i più atroci sommovimenti dell'anima vengono a galla con contorno di sangue, spettri, nevrosi e altri mostri della borghesia ottocentesca.

Sai bene come quest'opera rivoluzionaria (e immediatamente celeberrima) rovesciò in un solo colpo il mondo canoviano e lindo di Felice Romani inaugurando quello aspro e rabbioso che avrebbe condotto allo shakespearismo di Giuseppe Verdi.

Poiché qualcosa mi dice che hai letto i testi di Rodolfo Celletti, ricorderai sicuramente quel bellissimo libro "memorie di un ascoltatore" dove Celletti si fingeva uno spettatore ottocentesco che usciva dalla visione di Lucia di Lammermoor letteralmente sconvolto.
Costui rimpiangeva i tempi di Rossini, quando usciva da teatro con la "gioia di vivere" mentre ora (con questi castelli spettrali e queste donne pazze, schiacciate dal mondo, che esplodono ...macellando il marito sul talamo nunziale) prova solo "paura di morire".

E tu, che sicuramente sai benissimo queste cose, ti accontenti di vedere IN UNA PAGINA COME QUESTA un sopranino di bella vocina, che agita le manine a tempo, che stacca gli acuti (non poi strepitosi) con mossette isteriche, ovviamente immobile (occhio fisso sul direttore) nella classica posizione "operistica".
...che non è una posizione da kamasutra, ma quella tipicamente melodrammatica della donna davanti (rivolta al pubblico) e dell'uomo dietro (sempre rivolto al pubblico) intento a tenerle le spalle.

E non mi pare che a livello vocale le cose vadano poi tanto meglio, tranne il fatto (lo ammetto) che il timbro della Rolandi è pulitino e graziosetto.

Dinamica?
Perentorietà ritmica? Grandiosità di legato?
Fantasia di rubati? (e ne avrebbe agio, con quel popo' di frase musicale tutta sulle sue spalle)
Niente! Manco pa'capa.
Nessuna capacità di scagliare sul pubblico - con l'ascesa melodica della sua linea, disperata e grandiosa - la sensazione musicale e psicologica di una lacerazione senza speranza.
Tutto è buttato semplicemente via, tutto è generico e claudicante come in un saggio di conservatorio.

Vuoi far scappare la gente dall'opera?
Vuoi avallare la vecchia tesi per cui il melodramma è una cosa buffa e patetica?
Questo video è un ottimo sistema! :)
Ovviamente secondo me! ;)

Salutoni,
Mat
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Messaggioda teo.emme » dom 23 set 2007, 19:20

Vorrei precisare meglio il mio pensiero, non vorrei che si generassero equivoci.

Ovvio innanzitutto che non bastano tecnica e voce a fare Belcanto. Altrettanto ovvio però è che da tecnica e voce non si possa prescindere.

Cioè, non si può risolvere il personaggio con altro per mascherare voce e tecnica non corretti.

Voglio essere ancora più chiaro: la resa e l'interpretazione del belcanto è legata imprescindibilmente ad una tecnica e voce più che corretti, ma l'espressione e il personaggio "escono" dagli accenti, dal fraseggio, dai segni d'espressione. Non solo quindi dalla mera esecuzione dello scritto, ma dalla sua interpretazione.

Più in là non è lecito andare senza snaturare il senso stesso del belcanto.

Sta qui la difficoltà, evidenziare la drammaticità o l'affetto utilizzando esclusivamente strumenti vocali e musicali. Senza imbruttire la linea di canto, senza urla e strilli, senza la volgarità gratuita di risate e pianti isterici.

Il belcanto non ha bisogno di questo. Faccio un esempio sempre in Lucia: la scena della Torre, con la tempesta, molte incisioni e produzioni "arricchiscono" la scena con rumori vari di tuoni lampi e venti, ed è scorrettissimo e sgradevole: già il tessuto orchestrale di Donizetti riproduce il suono dei tuoni, del vento che fischia, dei lampi....aggiungere è inutile e superfluo. E il risultato è sgradevole poichè copre di rumore la trama musicale donizettiana.

Idem per la scena della pazzia: è già tutto scritto. Al cantante spetta renderlo con onestà e professionalità, con tecnica e voce, non con urla e pianti e corse (come è usa fare la Sig.ra Dessay). E' scorretto, è disonesto. E' inutile.

Poi non comprendo il discorso sui gusti o il tempo che cambia...è ovvio, ma ciò attiene ad altro (alla regia, ai costumi, non certo al modo di rendere il suono).

Ripeto, rendere in chiave verista il Belcanto è sciocco e sgradevole. Purtroppo così oggi si impone per mascherare l'abisso di mancanze tecniche dei sedicenti belcantisti odierni. Ma resta un abominio.

Chi ama gli strilli, il canto che confina col parlato, le corse le urla e le capriole, si limiti a Santuzza o giù di lì...
teo.emme
 

Messaggioda pbagnoli » dom 23 set 2007, 21:18

http://www.youtube.com/watch?v=bnb3m90nl-E
http://www.youtube.com/watch?v=PGnLrhO2FuY
http://www.youtube.com/watch?v=fnPTl1-a2uw
http://www.youtube.com/watch?v=JeB_ZFDKcBI
http://www.youtube.com/watch?v=L7Kf3mizFgs
http://www.youtube.com/watch?v=PEFsPj54P-M&mode=related&search=
Questo è solo qualche esempiuccio pescato dalla rete, ma c'è ben altro.
Naturalmente - Teo - continuo a rispettare le tue opinioni 8)
Spero che mi proporrai in contrapposizione qualche esempio anche solo lontanamente paragonabile.
Questo - per me - non è solo Belcantismo al suo massimo livello, ma Arte allo stato puro
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Messaggioda PQYD » dom 23 set 2007, 23:02

Appurato che Gianna Rolandi è un sopranino di graziosa vocina, tecnica precaria, scarsa fantasia e nulla duttilità scenica (strano che le case discografiche se la siano lasciata scappare), direi che non ci resta che attendere domani notte, quando Madame Dessay ci mostrerà come va cantata, ma che dico? vissuta Lucia di Lammermoor. E speriamo che dopo essersi lavata i capelli, non dimentichi di asciugarseli... l'autunno, i primi freddi... i mali di stagione 8) che però farebbero il bene di Annick Massis :lol:
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Messaggioda Domenico Donzelli » dom 23 set 2007, 23:34

in teatro ho sentito reiteratamente la Dessay e nelle sue poche apparizioni italiane (Tancredi a Torino e Mosè in Egitto a Pesaro) Gianna Rolandi.
La voce della Rolandi aveva una proiezione nella ottava superiore (non estesissima, il mi bem non era sempre perfetto) tale da riempire ogni angolo di un teatro sempre sordo come il regio di Torino con l'ampiezza e l'espansione di un soprano lirico. La registrazione proprio di quel Tancredi è impietosa nel raffronto fra la Valentini la cui voce era irrimediabilmente "indietro" e quella della Rolandi. Con tutte le coseguenze sul piano intrpretativo.
Inoltre la Rolandi era molto sobria e misurata come inteprete e come attrice.
La Dessay che al suo debutto era affascinante nel repertorio del'opera comique francese, mentre anche nel suo momento migliore aveva poca inclinazione al belcanto di marca italiana (la Sonnambula scaligera è eloquente dell'assunto) ha con il progressivo deterioramento dei mezzi vocali sostituito l'interpretazione con una serie di mezzucci che sono ben peggiori delle sceneggiate delle peggiori veriste di inizio secolo XX, non fosse altro perchè assolutamente estranee alla poetica del belcanto.
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Messaggioda MatMarazzi » lun 24 set 2007, 6:23

PQYD ha scritto:(strano che le case discografiche se la siano lasciata scappare)


Carissimo pqyd,
quoto la tua battuta sulle case discografiche, perchè mi mancava che nessuno le avesse ancora citate! :)
Ora il thread sulla Dessay è perfetto! :)

Dopo il solito inconsulto agitare spettri di Verismo (fenomeno culturale di più di cento anni fa, morto e sepolto, di cui nessun cantante odierno può più avere memoria, ma costantemente evocato - generazione dopo generazione - da maestri di canto e catechismi vociologici), non poteva mancare (sia pure tra parentesi e col tuo consueto umorismo) l'altra causa di tutti i mali: il complotto internazionale delle multinazionali del disco e di agenti e pubblicitari dell'opera! :)

Ora, temo, abbiamo però finito gli argomenti! :(
Cos'altro c'è da dire?
Niente!
Tutti i salmi finisono in gloria e tutte le discussioni sui cantanti celebri di oggi finiscono lì: tecniche vocali rudimentali, verismi dappertutto e complotti di agenti e potentati discografici che, per portare avanti squallidi prodotti di marketing, come la Dessay, Florez, la Fleming, la Bartoli ecc...,affossano la carriera del bravissimo pinco pallino (tanto bravo che farebbe ombra ai loro idoli di cartapesta, come dimostra il Rigoletto spettacolare che l'anno scorso ha cantato a Bagnacavallo). :)

Sarebbe troppo bello riuscire a parlare di interpretazioni in senso "fenomenologico" e storico (che sarebbe la grande ambizione di operadisc)... sforzandoci di "capire" le sconcertanti evoluzioni di un fenomeno secolare e complesso come l'interpretazione operistica, invece che tentare di imprimervi le tre regoline facili facili apprese da qualche manualetto del "bravo cantante" o del "piccolo critico".

direi che non ci resta che attendere domani notte, quando Madame Dessay ci mostrerà come va cantata, ma che dico? vissuta Lucia di Lammermoor.


Ma non c'è alcun bisogno, pqyd! :)
Quello che verrà scritto contro di lei in questo forum lo so talmente bene che potrei scriverlo io adesso, prima ancora che inizi a cantare! :)
verismo! verismo! Santuzza! voce distrutta! Case discografiche! Complotti di agenti! Ah... se ci fosse ancora la Rolandi! :)

E speriamo che dopo essersi lavata i capelli, non dimentichi di asciugarseli... l'autunno, i primi freddi... i mali di stagione

:) i polipi sempre in agguato... ma quelli non dipendono dai mali di stagione, si sa! ;)

Un salutone
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