Sarà, ma qualsiasi parvenza di verosimiglianza perde significato con quella dizione.
Dipende....
ci sono certi ruoli che risultano tanto più convincenti quanto più sono lontani dalla verosimiglianza.
I suoni poco verisimili della sutherland (indipendentemente dalla dizione) mi sembrano perfetti in quei personaggi che si sostanziano proprio nell'inverosimiglianza.
Fai della regina della notte un personaggio realistico e la distruggerai!
da grande simbolo del male e dell'irrazionale, diventerà una massaia frustrata e isterica.
...Hai mai sentito la regina della notte della Sutherland?
Non mi sembra che tutti i personaggi vadano "interiorizzati" al modo della Sutherland.
Bravo! non tutti... proprio così!
Infatti non sono poi tanti i personaggi in cui dame Joan mi convince (io sono MOLTO più critico verso di lei del caro amico Luca).
Ma quelli in cui mi convince... bastano a metterla molto in alto nelle mie personali classifiche!
Ne' mi pare che la Callas "esteriorizzasse" più del dovuto
Anche questo è verissimo!!!
La Callas seppe diventare, col tempo, una colorista fantastica e rivoluzionaria (come dimostrano i suoi verdi e puccini discografici).
Ma quando voleva essere "epica" (i ruoli Pasta, Turandot, i personaggi neo-classici) ritrovava quella omogeneità di colori, quella mastosa "strumentalità" del fraseggio che la aureolava di mistero, magia, sovrannaturalità.
Credo che la Callas abbia mutuato questo segreto dalla Ponselle e successivamente - per certi versi - lo abbia passato alla Sutherland e alla Caballè.
Io poi sono d'accordo con te che la Callas sapeva fare anche altre mille cose (mentre la Sutherland sapeva fare solo questo), ma alla fine contano i risultati.
Ci sono personaggi (Marguerite di Valois, Semiramide, Lakmè, Donna Anna, Beatrice di Tenda, Turandot, Alcina) in cui i vertici toccati dalla Sutherland sono tali - almeno per me - da rappresentare pagine capitali nel grande libro dell'interpretazione operistica.
Salutoni
Mat