Teresa Stich-Randall

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Teresa Stich-Randall

Messaggioda MatMarazzi » sab 13 ott 2007, 11:12

La scomparsa di nomi del peso di Regine Crespin o Luciano Pavarotti o Beverly Sills ci ha distratti da un altro commiato eccellente di quest'anno, quello di Teresa Stich Randall.

Non è solo un "ricordo" quello che vi propongo, ma una serie di considerazioni partendo dal suo caso (singolare) per approdare a visioni più generali.

Intanto per me lei esemplifica il caso di una grandissima (da giovane) che non tiene il passo coi tempi.
E' una situazione che mi ha sempre stupito.

La Stich Randall fu un baby-diva: era talmente strepitosa, originale, combattiva da giovanissima che approdò al successo poco più che ventenne. Di tutte le cantanti che si trovò ad affiancare (a Vienna le sue colleghe si chiamavano Schwarzkopf, Della Casa, Jurinac, Seefried) lei era di gran lunga la più giovane.
Essendo del 27, si può dire che il suo successo ha anticipato di un buon decennio quello delle cantanti a lei contemporanee, approdate alla gloria internazionale nella seconda metà degli anni 50 (Price, Sutherland, Rysanek, Gencer, Crespin) quando la Stich era già un nome fin dalla fine degli anni 40.

Eppure è doveroso ammettere che la sua carriera negli anni 60-70 fu decisamente meno importante di quella degli anni 50.
E non per un declino vocale (come avvenne, mettiamo, per la Stella) ma per altre, insondabili ragioni.
Lei che negli anni 50 era l'emblema di una gioventù ruggente e incontenibile (a Aix la ricordano ancora "sgommare" con la sua spider per le vie della città; a Firenze la ricordano ancora, nell'Oberon al giardino di Boboli, nuotare nelle fontane sotto i riflettori, come Ester Williams), lei, dicevo, sembrò non aver più nulla da dire di fronte alle evoluzioni e ai cambiamenti dell'opera, non tutti positivi, nel decennio successivo.

Ormai stabilizzata nei suoi ruoli classici (donna Anna, Fiordiligi, Arianna...), sempre meno sfruttata dalle case discografiche, sempre meno presente nei cartelloni che contano, la Stich si avviò a una malinconica decadenza, non senza inutili colpi di coda (una Norma e un Trovatore in provincia) e sorprendentissime rivelazioni (una Rodelinda discografica da restare di stucco).

Cosa porta un artista a "scollarsi" dal proprio tempo? A perdere quell'ansia di mordere il presente che pure l'aveva caratterizzata nella prima parte della carriera?

Eppure la Stich, con quel canto cristallino, fisso, penetrante come uno stiletto, servì da modello a cantanti celebratissime fra gli anni 60 e 70 (la sua più celebre emula fu Gundula Janowitz).
Inoltre quel suo oscillare fra il brivido della coloratura (fu celebre Kostanze, Violetta, Gilda, Athira) e la purezza strumentale del suo grande fraseggio (che la condusse verso l'algida maestosità di Ariadne, della Contessa, di Donna Anna), per non parlare delle curiosità intellettuale (che la condusse fino a Glinka e Rameau) non era poi tanto lontano dalla nuova sensibilità anti-romantica che stava emergendo negli anni 60.

In ambito italiano avrebbe potuto approfondire i ruoli acuti verdiani (Battaglia di legnano, luisa miller) e addirittura spingersi ai ruoli Pasta, che avrebbe reso con nobiltà, finezza e spirituralità da grande interprete di Bach: anche senza buttarsi senza alcuna esperienza in Norma, come fece troppo tardivamente, avrebbe potuto tentare la Bolena, la Beatrice.

In Strauss avrebbe potuto spingersi all'Imperatrice e a Dafne (che non possono spaventare una che è stata Arianna a quei livelli); e non attendere così tanto (come ha atteso) per Salome.
E poi avrebbe potuto cantare il barocco con maggiore insistenza, farne un caposaldo del suo repertorio, inciderlo, rappresentare una voce diversissima e alternativa alla Sutherland e al suo handel dai languori sontuosi.

Insomma avrebbe potuto mettere a frutto di più quel canto freddo e dritto, adamantino e senza legato, che poteva comunicare un senso di "regina dei ghiacchi" ma sotto al quale stava una personalità forte, americana, pugnace!

Io ho sempre avuto una passione per lei, e mi spiace che non sia riuscita a darci quanto avrebbe potuto.

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Messaggioda VGobbi » sab 13 ott 2007, 17:25

Chi l'avrebbe mai detto che la carriera di una Stich-Randall fosse paragonabile a quella di un gambero! :shock:

Personalmente l'ho sempre apprezzata raramente o meglio conosciuta poco, anche perche' frequentatrice di un repertorio a me non gradito, ovverossia Mozart e Strauss (che sto cercando di riscoprire ora a furie di Elektre e mi par di diventar ancor piu' sordo!!! :? ).

Che poi la Janowitz, come tu affermi, fosse l'emule della Stich-Randall non l'avrei mai scommesso. So che pure la Janowitz rientra nel novero degli artisti freddi come dei ghiaccioli, puntuti in alto, interpretativamente smorte eppure per lei ho sempre avuto un amore inconfessabile (vado in brodo di giuggiole per la sua Siegliende). Valli a capire i nostri gusti musicali ...

Ritornando in topic, vi e' una registrazione live che mi ricordo assai bene, anche se non per merito della Stich-Randall. Si trattava di una "Nozze di Figaro" con la presenza di Heinz Rehfuss nei panni del Conte. Un live da Aix en Provence del '55. Credo che sia una buona occasione per riascoltare quel fantasioso interprete che fu Rehfuss (reputo proabilmente uno dei migliori interpreti del ciclo "Winterreise") e rivedere magari le mie posizioni sulla Contessa della Teresa.

P.s.: magari, tanto che ci siete, vi dispiacerebbe spendere due parole per il bass-baritono Rehfuss? :oops:
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Messaggioda pbagnoli » sab 13 ott 2007, 20:46

Bravo Matteo, hai fatto benissimo a ricordare questa GRANDE cantante.
Qui in Italia ha sempre goduto di poca fortuna, ma forse è sempre stato male interpretato il suo apporto alla causa.
A me piace tantissimo, molto più di certe sue epigone come la Janowitz che, invece, non mi piace nemmeno un po'
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Messaggioda MatMarazzi » dom 14 ott 2007, 11:10

VGobbi ha scritto:Chi l'avrebbe mai detto che la carriera di una Stich-Randall fosse paragonabile a quella di un gambero! :shock:


Non credo Vit che il suo caso si possa considerare un "tornare indietro".
Forse non mi sono spiegato bene.
Noi siamo soliti considerare il "restare sull'onda" come un atto di staticità: uno arriva al successo e ci resta finché la voce lo sorregge. Ma questo capita molto raramente.
Molto più spesso il restare sull'onda è una fatica quotidiana, un continuare a vivere il presente da artisti e a stargli abbarbicati, cogliendone le evoluzioni e a prevedendone gli sviluppi. L'artista infatti è chiamato a rappresetare il proprio tempo.
Chi si lascia andare rischia di sparire lentamente nell'anonimato, come è successo alla Stich, che si è ritirata nel 1971.
Il suo ultimo disco (1967) conteneva un disperato tentativo di superarsi (c'erano brani di Norma, Ernani, Daphne). Evidentemente aveva capito che il presente le scappava, ma era tardi: il mondo dell'opera era cambiato.

Che poi la Janowitz, come tu affermi, fosse l'emule della Stich-Randall non l'avrei mai scommesso. So che pure la Janowitz rientra nel novero degli artisti freddi come dei ghiaccioli, puntuti in alto, interpretativamente smorte eppure per lei ho sempre avuto un amore inconfessabile (vado in brodo di giuggiole per la sua Siegliende). Valli a capire i nostri gusti


Tutte le dive del Mozart viennese degli anni 50 erano cristalline e limpide come sonorità, ma la Stich era anche priva di legato.
Ogni nota veniva staccata (come ho letto in forum francese) come se fosse stato un pianoforte. Lei stessa si lamentava di essere tanto spesso paragonata a un clarinetto o a una tromba. E questo soprattutto per il fatto che non legava le note. Un po' come faceva (tantissimi anni prima) la mitica Nellie Melba.
Questo comunicava un senso di freddezza e di purezza unico.
Ma lei non era fredda!
La Janowitz portò alle estreme conseguenze questo suono adamantino e brillante; l'effetto Stich si sente soprattutto nelle smorzature (in cui la Janowitz era prodigiosa).
Sono d'accordo con te che la Janowitz fosse talvolta irresistibile.
Mentre mi accodo al Bagnolo nel ritenere che non fosse una vera personalità.

magari, tanto che ci siete, vi dispiacerebbe spendere due parole per il bass-baritono Rehfuss?


Vit, perché non ce ne parli tu, magari aprendo un nuovo thread?
E' evidente che lo conosci meglio di noi! Io purtroppo lo conosco solo per nome.

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Messaggioda Luca » dom 14 ott 2007, 12:37

La Janowitz portò alle estreme conseguenze questo suono adamantino e brillante; l'effetto Stich si sente soprattutto nelle smorzature (in cui la Janowitz era prodigiosa).
Sono d'accordo con te che la Janowitz fosse talvolta irresistibile.
==============================================
Per un confronto tra queste due grandi cantanti tra loro accomunate da particolari elementi, sarebbe interessante sapere se la Stich Randall ha inciso i 4 ultimi lieder di Strauss dei quali la Janowitz con Karajan ha offerto un'esecuzione, a mio avviso, esaltante. Si tratta di composizioni che mettono a dura prova tutta la capacità tecnica della solista che li esegue.

Saluti, Luca.
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Re: Teresa Stich-Randall

Messaggioda MatMarazzi » dom 14 ott 2007, 12:39

Luca ha scritto:sarebbe interessante sapere se la Stich Randall ha inciso i 4 ultimi lieder di Strauss .


Sì, Luca: li ha incisi.
Io purtroppo non ce li ho.
E' una buona occasione per cercare di procurarli...

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Re: Teresa Stich-Randall

Messaggioda Rossiniano » lun 15 ott 2007, 23:01

MatMarazzi ha scritto:
Luca ha scritto:sarebbe interessante sapere se la Stich Randall ha inciso i 4 ultimi lieder di Strauss .


Sì, Luca: li ha incisi.
Io purtroppo non ce li ho.
E' una buona occasione per cercare di procurarli...

Salutoni
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Eccoli, miei cari amici di forum :wink: :

http://rapidshare.com/files/44417381/St ... s.zip.html

Teresa Stich-Randall
Ernest Ansermet
Suisse Romande

Live 1951

http://rapidshare.com/files/15076834/R. ... a_1956.mp3

Gulduna Janowitz
Sergiu Celidibache

RAI 1956

Ho inserito anche la Janowitz visto che si era parlato di un ipotetico confronto :wink:.

Buon ascolto!
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Messaggioda Luca » lun 15 ott 2007, 23:03

Purtroppo non riesco a sentirli: come si fa per attivarli ?

Grazie, Luca.
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Messaggioda Rossiniano » lun 15 ott 2007, 23:05

Luca ha scritto:Purtroppo non riesco a sentirli: come si fa per attivarli ?

Grazie, Luca.


Dovresti scaricarli da Rapidshare...ma se vuoi posso anche caricarli singolarmente da sentirli direttamente oppure salvarli senza le limitazioni di rapidshare :D
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Messaggioda Luca » lun 15 ott 2007, 23:07

se vuoi posso anche caricarli singolarmente da sentirli direttamente oppure salvarli senza le limitazioni di rapidshare
=========================================
Faresti un'opera buona... Grazie :D

Saluti, Luca.
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Re: Teresa Stich-Randall

Messaggioda MatMarazzi » lun 15 ott 2007, 23:43

Rossiniano ha scritto:Eccoli, miei cari amici di forum :wink: :


Carissimo, grazie infinite.
Domani (in ufficio ho l'adsl) cercherò di scaricarli.
Purtroppo anche io, come Luca, non sono pratico in queste cose, ma farò il possibile.

Devo però dire che non mi ritrovo nelle date.
Quello della Janowitz e di Celibidache è famosa (Rai di Roma) ma ritengo assolutamente impossibile che abbia avuto luogo nel 56: almeno dieci-quindici anni dopo.

Quanto all'edizione con la Stich-Randall, la Suisse Romande e Ansermet, sarebbe stata possibilissima nel 56, ma francamente non l'ho mai sentita nominare. L'unica edizione nota della Stich-Randall è quella del 64 a Vienna.
O quello che hai scovato è un live preziosissimo e rarissimo (al punto da non essere nominato da nessuna parte, nemmeno su internet) o temo che ci sia un altro errore.
Domani ascolterò e se è la Stich penso che la riconosceremo alla prima nota.
...E se non sarà lei, sarà simpatico aprire un bel QUIZ! :D
Chi è il soprano misterioso?

Grazie e salutoni
Matteo
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Messaggioda Rossiniano » mar 16 ott 2007, 0:12

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Messaggioda MatMarazzi » mar 16 ott 2007, 11:54

Rossiniano ha scritto:Ecco gli ascolti diretti :


Benissimo, ora ho potuto ascoltare i tuoi file e li ho trovati interessantissimi.
E posso confermare che in entrambi i casi le cantanti sono giuste! :)
Il primo ciclo è evidentemente cantanto dalla Stich, mentre il secondo è proprio della Janowitz.

Anche i direttori sono giusti.

Sono invece assolutamente sbagliate le date.

Quello di Ansermet (che sento per la prima volta e che trovo interessantissimo) è del 1961 e non del 1951.
Quello di Celibidache è del 1969 e non del 1956.

Scusate se insisto su questi aspetti ma le date sono importantissime per capire il gusto di un'artista, la collocazione delle sue scelte e le condizioni vocali al momento della registrazione.

Chiarito l'inghippo cronologico è interessante procedere all'ascolto (ferma restando la peggiore qualità di suono del live Ansermet-Stich).
Forza... attendiamo commenti.

Salutoni
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Messaggioda Luca » mar 16 ott 2007, 19:20

GRAZIE DI CUORE A ROSSINIANO: ascolti come questi permettono confronti serrati e conseguenti riflessioni. Stich-Randall e Janowitz: indubbiamente 2 grandissime che in questi lieder danno grande prova di sé. Non posso dire chi sia la classica "migliore" fra le due. Entrambe si fanno apprezzare in approcci molto diversi a questa quadruplice pagina straussiana che è una meditazione laica sulla vita e sulla morte. La Stich-Randall appare più stilizzata ed elegante nell'espressione e tecnicamente più abile nel canto. La voce però è leggera e la registrazione - come osserva Matteo - non l'aiuta. Quanto alla Janowitz appare molto più "mediterranea" nel timbro e più italianeggiante nell'esecuzione; tuttavia il canto, pur elegante, non mi pare calibratissimo rispetto a quello che ci si attenderebbe da lei e ciò specie nei fiati (cf. il primo lied). Direi perciò che questa esecuzione romana è inferiore come resa a quella che la stessa Janowitz ha inciso guidata da Karajan che sappiamo - nei suoi anni migliori (e la sua registrazione è del '74) - riusciva a creare atmosfere e coinvolgervi i suoi solisti. Qui Karajan non c'è, ma c'è Celibidache che mi pare un pò pesante.
Però al di là di questi rilievi siamo nell'alveo delle grandi prove.

Salutoni a tutti e grazie ancora a Rossiniano.
Luca.
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Messaggioda Riccardo » mar 16 ott 2007, 19:57

Sento per la prima volta la Stich-Randall, ma mi sembra piuttosto diversa dalla Janowitz.
Non la direi "regina dei ghiacci", perché il fraseggio mi sembra variegato e morbido. Se devo trovare una vicinanza, la vedo di più con la Schwarzkopf (che li incise con Otto Ackermann nel '53).

La Janowitz è rigida e immobile nel fluire delle note; a me è sempre sembrata un po' una Devia d'oltralpe, pur con le attenuanti di un repertorio diverso.

I due direttori sembrano invece invertiti rispetto alle cantanti: Ansermet rigido e rapido, Celibidache largo e retorico.

Interessanti entrambi davvero :)

Salutoni,
Riccardo
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