Renata Scotto

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Messaggioda mR_jOHNSON » sab 01 dic 2007, 13:33

In Tenebris ha scritto:La Scotto ha iniziato la carriera con una tecnica abbastanza ortodossa, eccetto qualche secchezza sugli estremi acuti. Purtroppo non ha corretto subito questo difetto e le imperfezioni tecniche, anche se infime, se non si risolvono subito non fanno che amplificarsi. In più la Scotto ad un certo punto della sua carriera ha accellerato il processo di disfacimento vocale lanciandosi in ruoli TROPPO immensi per le sue capacita da lirico leggero (Norma, Abigaille, lady Macbeth, Gioconda ecc..) che l'hanno obbligata a forzare oltremisura (un po' come la rana che vuole farsi grande come il bue e poi scoppia) diventando tutta uno stridore, con una voce che risultava in zona di passaggio oscillante e aspra ed acuti che erano vere urla laceranti. Sarà anche un modello di fraseggio ma per me il suo non è canto, ma uno strazio per le orecchie.


Condivido in piena il giudizio di In Tenebris ed aggiungo che la Scotto si è troppo spesso dimostrata artista di scarsa intelligenza. Un vero peccato, sulla carta avrebbe potuto raggiungere risultati degni. Invece ha preferito distruggere quel po' di buono che possedeva.
Forse è vero che ho smarrito il sentiero della Micheltorena? :roll:
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Messaggioda stecca » sab 01 dic 2007, 19:13

mR_jOHNSON ha scritto:
In Tenebris ha scritto:La Scotto ha iniziato la carriera con una tecnica abbastanza ortodossa, eccetto qualche secchezza sugli estremi acuti. Purtroppo non ha corretto subito questo difetto e le imperfezioni tecniche, anche se infime, se non si risolvono subito non fanno che amplificarsi. In più la Scotto ad un certo punto della sua carriera ha accellerato il processo di disfacimento vocale lanciandosi in ruoli TROPPO immensi per le sue capacita da lirico leggero (Norma, Abigaille, lady Macbeth, Gioconda ecc..) che l'hanno obbligata a forzare oltremisura (un po' come la rana che vuole farsi grande come il bue e poi scoppia) diventando tutta uno stridore, con una voce che risultava in zona di passaggio oscillante e aspra ed acuti che erano vere urla laceranti. Sarà anche un modello di fraseggio ma per me il suo non è canto, ma uno strazio per le orecchie.


Condivido in piena il giudizio di In Tenebris ed aggiungo che la Scotto si è troppo spesso dimostrata artista di scarsa intelligenza. Un vero peccato, sulla carta avrebbe potuto raggiungere risultati degni. Invece ha preferito distruggere quel po' di buono che possedeva.




Ma cosa dite ????? Dopo avere letto la immonda intervista chwe rilasciò contro la callas al termine dei Vespri scaligeri la trovo umanamente insopportabile ma artisticamente si tratta probabilmente del più importante soprano italiano del dopoguerra al punto che mi pare l'unica che possa star di paro al trittico delle irraggiungibili (Callas, Sutherland, Caballé) che per l'appunto sono straniere. Ci sono alcune cose della Scotto che secondo me sono insuperabili e penso a Elisir o Butterfly con Bergonzi, al Roberto e il diavolo, ai Lombardi, alla Straniera, ai Capuleti etc. oltre a certe incisioni di Traviata o Rigoletto o Lucia ancora oggi spettacolari....Inoltre è di gran lunga la fraseggiatrice più fantasiosa della storia del disco e mi pare insieme a Leontyne Price il soprano dotato della voce più sensuale della lirica, insomma un fenomeno suvvia....
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Messaggioda Luca » sab 01 dic 2007, 22:45

mi pare insieme a Leontyne Price il soprano dotato della voce più sensuale della lirica,
============================================
Mah :roll: la Scotto io l'ammiro per altre qualità: versatilità, lirismo, scatto drammatico, ma di sensualità ce ne vedo poca, specie se paragonata non solo alla Price, ma anche alla Verrett e alla Bumbry... Forse più appropriato sarebbe dire che a tratti la Scotto è una cantante sentimentale...
Può darsi che a te faccia un altro effetto....

Saluti, Luca.
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Messaggioda MatMarazzi » sab 01 dic 2007, 23:19

Luca ha scritto:la Scotto io l'ammiro per altre qualità: versatilità, lirismo, scatto drammatico, ma di sensualità ce ne vedo poca, specie se paragonata non solo alla Price, ma anche alla Verrett e alla Bumbry... Forse più appropriato sarebbe dire che a tratti la Scotto è una cantante sentimentale...


Quoto e sottoscrivo alla lettera.
Aggiungerei che odio le classifiche (il più grande, il più sensuale...) e che semmai metterei la Scotto fra le più coraggiose e fantasiose.
Non sono molti i ruoli in cui mi convince totalmente, ma sono ancora di meno quelli in cui non eccita, in qualche modo, la mia curiosità e la mia ammirazione.
C'è una straripante onestà nel buttarsi (corpo a corpo) con le tessiture e gli stili più vari...
E non è raro che proprio per la sua "inadeguatezza" (penso ai Vespri o a Gioconda) risulti assai più calzante delle interpreti ufficiali.

Nel bene e nel male una grande artista e una fortissima personalità.

Salutoni
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Messaggioda Luca » sab 01 dic 2007, 23:44

Torno volentieri sull'argomento della Scotto un pò perché è una delle mie cantanti preferite, ma anche per l'intervento calzante dell'amico Matteo. La Scotto è un'interprete fantasiosa e credo che per lei avvenga un pò quel fenomeno che accadeva nelle esecuzioni callasiane: anche dove meno vedevamo l'aderenza della Callas ad un determinato personaggio, anche lì sapeva dare la sua cifra singolare. Penso ad esempio a Leonora di Vargas. Abituati all'angelismo tebaldiano o anche all'opulenza della Milanov (tanto per citare due artiste non lontane cronologicamente dalla Callas), il personaggio verdiano in questione esce dalla Callas in chiave veramente scabra ed esistenzialista: il suo "Pace pace mio Dio" non è tanto disperato o nei toni della pura preghiera (quella che sublimava la Tebaldi, per intenderci e lo faceva in modo grandioso), ma roso dentro da un pessimismo e da una lacerazione che ben si sposano con il particolare timbro della cantante greca e sulla capacità di dare senso alla frase. Un discorso analogo è possibile applicarlo anche alla sua Mimì (a me personalmente non piace, però obiettivamente è una riuscita presentare una Mimì a tratti diafana nella sua idea di malattia cronica).
Nella Scotto appare un esempio simile per Tosca: non abbiamo la Price (tanto per fare i soliti raffronti) che sappiamo brillare in passionalità, ma alcuni incisi della Scotto (sia sul piano lirico, sia su quello drammatico) ci fanno comprendere l'altalenare e l'instabilità psicologica dell'eroina pucciniana, torturata prima che da Scarpia dalla sua personalità non ben a fuoco....
Spero di essermi spiegato....

Saluti domenicali, Luca.
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Messaggioda Riccardo » lun 03 dic 2007, 23:39

Ho sentito la sua Clitennestra, devo dire che ne sono rimasto anch'io deluso :(

La fatica è tanta, ma soprattutto si vede come nella zona più alta della tessitura - ossia quella mediana per la sua voce d'un tempo - cercando di cantare con gli stessi mezzi con cui affrontava il belcanto italiano, naufraga in una scrittura totalmente diversa!

Fa tantopiù rabbia sentire come, in quella zona della voce che si è dovuta inventare apposta per Clitennestra (ossia il registro grave di petto), il risultato espressivo sia di tutt'altra fattura, perché studiato e calibrato sulle necessità della parte.
Ecco che alcune frasi spiccano il volo per poi purtroppo cascare nel vuoto poco dopo...

Grandissima personalità e intelligenza comunque!
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Messaggioda Milady » lun 18 feb 2008, 20:11

Nelle interviste che ho letto e ascoltato , come pure nel suo libro "Perché sono Renata Scotto", la Scotto ,come persona, mi è sembrata piena di sè, eccessivamente permalosa ,in una parola , poco simpatica. Voce di rara bellezza ed ottima tecnica agli inizi, nonchè cantante piena di talento,però sempre rosa dall'ambizione di superare la Callas.Oltre ad una cura dimagrante che ha aperto grosse falle nella sua organizzazione vocale, si è lanciata senza rete in un repertorio assolutamente superiore alle sue forze: Nabucco, Norma,... Certo è stata una raffinatissima fraseggiatrice, ma si sente sempre. a mio modesto avviso,una forte mancanza di spontaneità. Discreta , ma un po' pososa come attrice.Comunque ,una personalità di alto rango, cui è mancata purtroppo l'umiltà di restare nel pur vasto repertorio adatto alla sua voce.
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Re: Renata Scotto

Messaggioda AlessioRoma » dom 01 feb 2009, 20:49

Ripesco un thread vecchissimo, me ne rendo conto, ma la Scotto è stata (e resiste ancora) uno dei miei primi amori operistici. Quest'estate ho avuto modo di conoscerla e devo dire che è stata con me carinissima e affettuosissima. Ha ascoltato i miei deliri di fan, ha autografato la foto sua che avevo stampato appositamente (e che troneggia qui vicino ora) mi ha simpaticamente dato il permesso di esporla a casa ("...e ha anche il permesso di ascoltare qualche mia registrazione, Alessio..." :D ) e giù altri due baci di saluto.

Musicalmente credo che abbia pagato la troppa concorrenza che aveva nel periodo in cui cantava e, proprio alla luce di questa considerazione, credo le vada riconosciuta la sua grandezza: è riuscita comunque ad emergere, a durare, a farsi icona, a dare del filo da torcere, musicalmente parlando, in qualche caso alle colleghe oggettivamente più Grandi di lei (Callas, Sutherland, Caballè).
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Re: Renata Scotto

Messaggioda pbagnoli » dom 01 feb 2009, 21:45

Be', c'è da dire che rispetto a loro si è buttata anche in repertori che, almeno all'inizio della sua carriera, forse nemmeno avrebbe immaginato di toccare. E se la sua Klythaemnestra è stata poco interessante, pazienza: mi intriga da matti che una ex Amina si sia buttata a fine carriera su Marescialla e Kundry...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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