Ero molto curioso di ascoltare questa cantante e mi sono documentato sia a livello biografico sia a livello canoro.
Elizabeth Connell negli anni 80-90 si è distinta in un repertorio dapprima mezzosopranile e successivamente sopranile vastissimo e non ben definito.
Si era specializzata in Verdi e Wagner, ma non disdegnava Donizetti, Strauss, Rossini, Beethoven, Weber, etc…
L’onnivoro repertorio ha nuociuto (e non poco!) alla sua linea di canto e per un periodo è stata “inserita” nella famigerata schiera delle “Nuove Callas” e credo che un pò ci abbia anche creduto…
Ha cantato in tutti i massimi teatri del modo Bayreuth compreso, collaborando con i migliori direttori sulla piazza e tutt’oggi continua a cantare alcuni suoi cavalli di battaglia.
Ho voluto ascoltarla in quelle che le sue biografie su internet indicano come opere di elezione, e quindi:
I Lombardi alla prima crociata (Giselda, Scala, Fulton)
Olandese Volante (Senta, Bayreuth, Sinopoli)
Lohengrin (Ortrud, Scala, Abbado)
Tristan und Isolde (Isolde, Madrid, Barenboim)
Poliuto (Paolina, Roma, Koenig)
Elektra (Elektra, Berlino, Boder e Chrisothemis, Orange, Janowski)
Siegfried (Brunnhilde, Berlino, Janowski)
Gli unici ruoli in cui mi ha davvero convinto sono stati Isolde, Elektra (in parte), Brunnhilde e Paolina (nonostante l’usura e gli acuti strazianti).
In Giselda, parte come si sa micidiale (a parte un cast terribile), Chrisothemis, Senta ed Ortrud la voce traballa, l’acuto è avventuroso e fisso (cerca di salvarsi prendendoli “dal basso”, ma si schiaccia pericolosamente oppure emette aria, i pianissimi sono seghettati, nell’opera verdiana non credo capisca bene cosa stia cantando, perché è monotona e disinteressata.
Nei personaggi wagneriani è grottesca, in Ortrud addirittura comica e di certo non l’aiuta un cast tra i peggiori assemblati secondo me ed una direzione che fa le prove della bellissima incisione degli anni 90.
Eppure evidentemente negli anni 2000 ha avuto una seconda giovinezza vocale:
in Isolde è sicura, lussureggiante, dolcissima, l’acuto sempre problematico eppure non è fastidioso, il timbro è chiaro, non bello, ma espressivo e drammatico, il volume è notevolissimo e controllato.
In Elektra e Brunnhilde nonostante qualche asprezza nel registro centrale e negli acuti, riesce a costruire due personaggi malinconici e romantici.
In Elektra non compone una figura tragica o epica, ma rassegnata, angosciata e sola, però non si addentra molto nel personaggio limitandosi ad emettere le note; Brunnhilde invece è materna e affrontata in punta di piedi, esprime bene la nascente umanità, per poi scatenarsi nel finale in cui prende le note con spavalderia e forza.
Paolina è il ruolo cerniera tra i disastri suddetti e la nuova vocalità;
certe fissità in alto, sgradevolezze nei centri, certe durezze nella coloratura nell’89 sono ancora evidenti, eppure riesce a costruire un personaggio molto femminile, sensibile e viscerale con un fraseggio espressivo e mobilissimo per questo risulta credibile nonostante gli evidenti difetti.
Voi che ne pensate?
La avete ascoltata?
Cari saluti