Incuriosito dai giudizi lusinghieri di Pietro e del severissimo

Pruun, mi sono procurato il CD "Bel canto" della Garanca, e l'ho ascoltato quasi tutto. Mancano solo un paio di pezzi.
Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla gestione del registro grave, che è molto leggero e mai pompato, sempre leggero e alto di posizione, evitando quei suoni "
poitrinés" che spesso si sentono in cantanti dalla vocalità anfibia (ad esempio la Kasarova e la DiDonato, o la stessa Bartoli). Mi sembra sicura su tutta la gamma (per me è un vero mezzosoprano, seppure chiaro e leggero), e fraseggiatrice molto sensibile ed elegante. I pezzi dall'
Adelson e Salvini, del
Roberto Devereux e del
Dom Sébastien sono davvero molto belli.
Meno bene mi funziona, la bella Elina, quando affronta ruoli
en travesti, specie se c'è da sgranare della coloratura di forza. Le manca il piglio anche un po' folle della virtuosa, come dice Pietro. Sotto questo profilo, il brindisi di Maffio, la scena di Tancredi e quella di Romeo sono un po' carenti (a che pro affrontare "La tremenda ultrice spada" con le variazioni di Rossini, se il
coté virtuosistico è così anonimo?).
Complessivamente, un bel disco, dove si sente un canto molto corretto e sorvegliato, sovente molto bello, senza mai udire suoni brutti o fatica improba della cantante.
La scelta di ruoli così diversi, per psicologia e scrittura, necessiterebbe forse di una personalità vocale ed interpretativa più forte. Spero con tutto il cuore che nel giro di pochi anni si realizzi compiutamente.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...