da Rodrigo » dom 31 ott 2010, 16:18
Ho acquistato il cd “Amoureuses”, titolo per la verità un po' generico e "furbo", comprendente pagine di Gluck,Haydn e Mozart inciso dalla Petibon assieme al Concerto Köln, diretto da Daniel Harding.
Senza volere farne una recensione mi permetto di condividere alcune valutazioni in merito.
Patricia Petibon è fondamentalmente un soprano leggero. Detto questo, a mio avviso, presenta aspetti piuttosto peculiari rispetto alle caratteristiche standard di questa tipologia, nel bene e nel male. Anziututto, pur avendo volume limitato e timbro tendenzialmente chiaro, ha una capacità di dare colori diversi alla propria voce molto superiore agli storici soprani leggeri "bianchicci". In particolare il suo registro basso assume una timbratura, certamente non ortodossa, ma insolitamente pregnate per la categoria vocale. Direi che la Petibon si preoccupa poco di cercare un'emissione omogenea e un colore pulito, che viceversa erano i capisaldi su cui i leggeri costruivano le loro fortune, cerca piuttosto di piegare il proprio strumento ad esprimere in maniera quanto più possibile significante il momento drammaturgico. A costo, lo ripeto, di emettere suoni per nulla tradizionali. Rispetto alla tradizione, inoltre, non è particolarmente brillante nel registro sopracuto e, tutto sommato, non è una virtuosa inarrivabile. In questo particolare ambito il confronto con i grandi coloratura "angelicati" (ma spesso piuttosto convenzionali nel fraseggio) del passato prossimo e remoto la vede sicuramente perdente.
Fatte questa, più o meno condivisibili, considerazioni sulla vocalità provo a entrare nel merito dei brani scelti per il recital. I risultati sono buoni o molto buoni dove la Petibon riesce a fare valere le proprie qualità espressive aiutata anche da un Harding veramente bravo nel dirigere e da un'orchestra precisa con ottimi solisti agli strumenti a fiato. Mi pare che il compito sia più facile nelle arie tratte da opere comiche dove la Petibon, come si può vedere anche da una serie di filmati su youtube, può contare su una spotanea e spiritosissima verve. Segnalo, giusto per sottolineare la versatilità e la costante attenzione del soprano a dare vita a situazioni molto diverse: Deh vieni non tardar dalle Nozze, la spiritosissima arietta Salamelica dallo Speziale, Fra un dolce delirio da L'isola disabitata e la bella varietà di accenti esibita nell'aria tratta dal singspiel Zaide Tiger! wetze nur die Klauen uno dei vertici del recital.
La questione si fa più complessa per le pagine tratte da opere serie e dalla Tragédie lyrique glukiana. Già in Der Hölle Rache, nonostante un accompagnamento eccellente di Harding e un uso molto intelligente degli accenti, la Petibon mostra un po' la corda per la mancanza di un sopracuto veramente convincente. Non riuscita mi pare anche Odio, furor, dispetto giocata su una concitazione esteriore e alla fine un po' monotona. A parte è il discorso relativo all'Armide di Gluck, opera a cui la Petibon sembra molto interessata a giudicare dai tre brani trascelti. E' evidente che la cantante francese si avvicina al genere evitando accuratamente di assumere i panni - sia pur riveduti - della "tragedienne" (approccio in cui eccelle la Antonacci), nè possiede la vocalità adatta per una lettura di questo tipo. Il soprano cerca di sostituire all'eloquenza "alta" un canto più mobile, più attento a sottolineare la dimensione umana del personaggio. E tuttavia il tentativo non riesce del tutto: se Venez, secondez mes désirs è convincente e il timbro della cantante sa assumere un bel colore sensuale, il finale dell'opera è probabilmente la pagina meno risolta del recital. Qui la necessità di un accento tragico e di una vocalità più ricca di "centri" si fa inevitabilmente sentire e nel recitativo Le perfide Renaud si sentono sonorità francamente troppo piccole.
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Rodrigo il dom 31 ott 2010, 21:49, modificato 4 volte in totale.