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pubblico e cellulari

MessaggioInviato: gio 12 gen 2012, 19:03
da vivelaboheme
Giorni or sono alla Avery Fischer Hall, il direttore Alan Gilbert, impegnato con la sua New York Philarmonic nella IX di Mahler ha fermato l'orchestra, nel finale (e non so se mi spiego! quel finale) per il trillo improvviso di un cellulare impostato sulla suoneria "marimba". Gilbert si è fermato, si è girato e, calmo, ha apostrofato il trillatore in platea "ha finito?" e, visto che il trillo proseguiva, ha concluso "allora aspetteremo". Il trillatore è stato subissato di insulti dal resto del pubblico.
Gilbert ha poi spiegato: "Normalmente è bene andare avanti, in questi casi: ma stavolta, sul finale della Nona, era troppo:::".

Ben fatto! Lunedì sera, davanti a me, al Concerto della Filarmonica della Scala (il cui pubblico fra catenelle, braccialetti, cellulari e compulsive scatarrate è una esauriente panoramica di malcostume) a due minuti dicasi due dalla fine della Sinfonia Dal Nuovo Mondo, ecco la gentil signora che ravana rumorosamente nella borsetta, fa emergere il pacchetto di caramelle Leone e comincia rumorosamente ad aprirlo. Faccio cenno a bassa voce: "signora, può aspettare due minuti", si gira mi guarda come fossi sterco e riprende imperterrita lo scavo fino alla fine, fra gli sguardi attoniti della gente attorno a lei.

Conclusione: Alan Gilbert, sei tutti noi!

marco vizzardelli

Re: Viva Alan Gilbert! Basta con i trilli!

MessaggioInviato: gio 12 gen 2012, 19:50
da Luca
Grazie Marco dei racconti: due quadri che mostrano l'assoluta mancanza di rispetto per gli artisti e per il pubblico. Davvero ci si trova a reprimersi per non essere violenti contro questi incivili. Poi per quanto riguarda i cellulari: nonostante le raccomandazioni c'è gente che programmaticamente li fa suonare alla barba di coloro che sono concentrati sull'ascolto.

Saluti, Luca.

Re: Viva Alan Gilbert! Basta con i trilli!

MessaggioInviato: gio 12 gen 2012, 23:24
da pbagnoli
Alcuni di noi sono tragicamente legati al cellulare, nel mio caso per questioni di reperibilità. Però se vado a teatro, spengo il cellulare. Alla disperata, c'è sempre il silenziatore + vibrazione.
Far suonare il marimba o sbucciare caramelle... è da incivili!
Grande Gilbert!

Re: Viva Alan Gilbert! Basta con i trilli!

MessaggioInviato: ven 13 gen 2012, 1:42
da teo.emme
Non ci sono termini sufficientemente ingiuriosi per definire il comportamento del pubblico italiano: cellulari, suonerie di orologi, commenti inopportuni, caramelle scartate con sadica lentezza cercando di produrre più rumore possibile (accartocciando in mano la carta anche dopo aver sorbito la pasticca), catenelle, zip di borse aperte e chiuse compulsivamente, tosse e scatarramenti assortiti..c'è persino chi russa senza alcun pudore.

Anche a me è successa una disavventura analoga con la Nona di Mahler...proprio durante il sublime finale, una signorotta dietro di me fece cadere la borsa (ovviamente sarà pesata 30 kg...di oggetti inutili e rumorosi).

L'esperienza peggiore, però, è il pubblico di Torino: mai ascoltata una tale mancanza di rispetto. Lì il pubblico si divide in due categorie: chi continua a tossire per schiarirsi la gola (quindi potrebbe tranquillamente evitare) e chi tossisce per tutta la durata dell'opera a causa di acciacchi e raffreddamenti (e credo che, in tali condizioni di salute, bisognerebbe avere il buon senso di premunirsi con rimedi efficaci, oppure evitare di andare a teatro).

Anche la Scala non scherza...mi capitò - durante l'Elisir d'amore - di ascoltare dietro di me un continuo commento su ogni brano (questo è bello, ascolta quest'altro, che meraviglia etc...) nonché un fastidioso controcanto... Grottesche le due signorotte (mie vicine di posto) all'Alcina, che si lamentavano del da capo delle arie (evidentemente non avevano ben chiaro il concetto di aria tripartita).

Altra cosa che non tollero - e che ormai è sempre più frequente - gli schermi dei cellulari (luminosi come lanterne) che non si spengono mai neppure durante lo spettacolo...e le continue fotografie: sono i danni di Face Book, gente impensabile pare avere la necessità fisica di "taggarsi" alla Scala...