I primi 5 anni di Operadisc
Inviato: gio 24 mar 2011, 20:31
Il 3 giugno del 2006 Operadisc iniziava la sua cavalcata nel web.
Era da un po' che Matteo e io ne parlavamo, poi - vinte ritrosie e perplessità - siamo partiti.
Non c'era ancora il forum (fortemente voluto proprio da Matteo), mancavano tante cose ma, insomma, siamo partiti!
E adesso eccoci qui: siamo una realtà importante.
Sì, lo so, è ancora un po' presto per i festeggiamenti, però vorrei che cominciassimo a parlarne un po'.
Non voglio sbrodolate autocelebrative: quelle le lascio volentieri ad altri.
Quello che chiedo è un po' diverso.
Cinque anni fa, quando partimmo, Matteo e io ci eravamo prefissati di parlare di opera in modo diverso: cercando di uscire un po' dagli schemi, ribaltando qualche idea un po' usurata e coltivando - sotto sotto - l'ambizione di essere portavoce di qualcosa di cui in Italia si parlava poco e niente.
L'universalismo di cui ci sentivamo investiti voleva essere una risposta a quel provincialismo culturale che attanagliava la nostra penisola e che ancora, ahimè, ci ammorba.
Non era né è - come sostengono i nostri detrattori - un'esterofilia buona per tutti gli usi, bensì una curiosità che ci spingeva a esplorare il mondo dell'esecuzione operistica e capire perché di là le cose si facessero diversamente e, spesso, meglio.
Non so quanto siamo riusciti a incidere ma forse, nonostante tutto, un po' di curiosità siamo riusciti a infonderla nei nostri 22 lettori...
Voi che dite?
Era da un po' che Matteo e io ne parlavamo, poi - vinte ritrosie e perplessità - siamo partiti.
Non c'era ancora il forum (fortemente voluto proprio da Matteo), mancavano tante cose ma, insomma, siamo partiti!
E adesso eccoci qui: siamo una realtà importante.
Sì, lo so, è ancora un po' presto per i festeggiamenti, però vorrei che cominciassimo a parlarne un po'.
Non voglio sbrodolate autocelebrative: quelle le lascio volentieri ad altri.
Quello che chiedo è un po' diverso.
Cinque anni fa, quando partimmo, Matteo e io ci eravamo prefissati di parlare di opera in modo diverso: cercando di uscire un po' dagli schemi, ribaltando qualche idea un po' usurata e coltivando - sotto sotto - l'ambizione di essere portavoce di qualcosa di cui in Italia si parlava poco e niente.
L'universalismo di cui ci sentivamo investiti voleva essere una risposta a quel provincialismo culturale che attanagliava la nostra penisola e che ancora, ahimè, ci ammorba.
Non era né è - come sostengono i nostri detrattori - un'esterofilia buona per tutti gli usi, bensì una curiosità che ci spingeva a esplorare il mondo dell'esecuzione operistica e capire perché di là le cose si facessero diversamente e, spesso, meglio.
Non so quanto siamo riusciti a incidere ma forse, nonostante tutto, un po' di curiosità siamo riusciti a infonderla nei nostri 22 lettori...
Voi che dite?