E' il mio turno di tirare le somme di questa maratona ferrarese.
Come primissima volta siamo stati pochini: otto in tutto (anche considerando la signora e il bambino di Bagnoli) anche perché, fra quanti all'inizio si erano iscritti, non tutti hanno potuto o voluto dar conferma (mi è dispiaciuto non conoscere Walpurgys e Pqyd e non rivedere Luca, Riccardo e Ilaria).
Però ci saranno altri ritrovi ai quali inevitabilmente saremo più numerosi.
In tutti i casi, poter rivedere Bagnolo & family è sempre un'emozione: il capo in testa di Operadisc porta con sè un alone mistico (:) ) a cui è mancata solo l'autorevolezza di un discorso ufficiale, promesso, rimandato e alla fine evitato.
Teo da Bergamo è il conversatore travolgente, sorprendente, combattivo, acutissimo e insofferente di ovvietà con cui si vorrebbe continuare a discutere fino a notte fonda (e quest'estate è pure successo!)
Alla fine siamo rimasti io, lui e dottorCajus nella sede del Wanderer fino al tardo pomeriggio di domenica, prigionieri di una conversazione che non accennava a scemare (inumidita da un po' di buona grappa e dal profumo dei sigari di Roberto)
La sorpresa più spettacolare è stato - sabato pomeriggio - l'arrivo di Vittorio della Folgore Verano, sul quale (per grave e incomprensibile ingiustizia storica) grava l'infamante accusa di "cronico bidonaro".
Ora possiamo ammettere che da tempo erano aperte le scommesse sul fatto che sarebbe venuto: in entrambi i casi, nessuno avrebbe vinto o perso nulla, dal momento che tutti gli scomettitori si erano espressi per l'ipotesi che non sarebbe venuto.
E invece, preceduto da un colpo di scena altamente operistico, ce lo siamo ritrovati a Ferrara, trionfante e soddisfattissimo di aver smentito i luoghi comuni.
Quanto ai nuovi amici, Tucidide e il dottorCajus - nonostante le poche ore condivise - sono stati entrambi preziosissime rivelazioni.
Il primo per i vastissimi orizzonti delle sue prospettive operistiche (abilmente celati dietro a una simpatica apparenza di cautela e di sobrietà nell'esporsi che è merce rarissima tra noi fanatici d'opera): la vicinanza di Feaenza e Ferrara mi fanno ben sperare in numerosi altri incontri d'ascolto.
Il secondo per quel senso dell'umorismo devastante che solo i toscani hanno (specie quelli che amano l'opera) e che non era emerso, finora, nello stile forbito del forum.
I racconti sull'opera ai tempi dei nostri nonni e su generazioni di cantanti sommerse nel passato sono fioccati con allegria ed enciclopedica competenza, commisti a quei grandi problemi storici e teorici (sull'evoluzione dell'opera, del pubblico e della fruizione attraverso le epoche) che già nel nostro forum abbiamo spesso affrontato.
Gli ascolti? Pochi rispetto alle passeggiate per Ferrara, alle conversazioni e alle mangiate (come era giusto che fosse): il video della dama di Picche in tedesco con la Moedl e Kollo, oggetto di aspre diatribe fra Vittorio e Teo, un video del Ballo in Maschera parimenti in tedesco (questo unanimemente brutto, con Konya, Constantin e la stessa Moedl), frammenti dalla Maria Stuarda e dalla Battaglia di Legnano della Gencer, confronti dell'aria di furore di Elettra dell'Idomeneo (Netrebko, Sutherland), due canzoni fantastiche eseguite da Emma Calvé e infine un piccolo estratto dell'Amneris della Klose.
Il punto di forza, comunque (già citato) è stato il Rheingold con la super-coppia Langridge e Terfel (di cui abbiamo visto il Nibelheim e il finale).
Una parola sui manicaretti: ristoranti "storici" di Ferrara (la Gigina e i "tri scalin"), cappellacci di zucca, fritto misto di verdure, salama da suga a ribocco!
Cucina pesantissima, un po' greve, un po' contadina... ma che andava conosciuta.
A proposito, Vittorio, la nostra tipica torta al cioccolato si chiama TENERINA non terrina.
Personalmente le ho ritenute due giornate splendide di cui la mia bella, fredda, ipnotica Ferrara, già fibrillante di vivacità pre-natalizia, ha fornito un adeguato scenario.
Grazie mille e salutoni a tutti
Matteo
PS: a Michail; sono sicuro che tu stessi scherzando. La tua presenza - come quella di chiunque altro - ci avrebbe reso felicissimi.
L'invito è stato fatto in pubblica proprio per evitare che qualcuno non lo venisse a sapere... Anzi, se c'è stato un limite nella maratona, è stato il fatto che molti non abbiano potuto partecipare.