A volte m'è capitato (e credo di non essere una mosca bianca) di cercare una cosa e trovarne un'altra di cui non sospettavo minimamente l'esistenza.
Quello che vi sto per narrare è un caso simile.
Antefatti.
Sto seguendo con un certo interesse gli scritti sul Requiem mozartiano di Francesco Zicari (in arte: Triboulet), centellinati nella sezione Backstage di queste pagine di operadisc.
Or bene, poichè del celebre compositore salisburghese possiedo un bel po' di materiale cartaceo sparso un po' qua e un po' là, stimolato dalla lettura di cui sopra, proprio ieri l'altro ho deciso di riunire -finalmente- in un unico luogo tutti questi libri di mia proprietà, per rileggerli, o meglio per rileggere le sezioni dedicate alla Missa defunctorum.
Il primo che mi è capitato fra le mani è quello di Buscaroli (Pietro Buscaroli svela l'imbroglio del Requiem, zecchini editore 2006), la cui lettura mi sta irritando e disgustando terribilmente, non tanto per i contenuti quanto piuttosto per lo stile: involuto, a singhiozzo, a tratti saccente, spocchioso, insomma nello stile di quei giornalisti che rispedirei di filato alle medie... In tutta onestà, lo sto leggendo la sera tardi per non guastarmi la giornata.
Comunque, oggi nel pomeriggio, avendo un paio d'ore di libertà dagli impegni, ne ho tirato fuori un altro: Mozart. Gli anni d'oro 1781-1791 di Robbins Landon (garzanti 1989).
Sorpresa
Avendolo letto quand'ero ancora studente liceale e non avendolo più preso in mano e riaperto, in tutta sincerità non rammentavo neppure di possederlo. Scorro, dunque, l'indice per andare a rileggere le sezioni in cui si tratta del requiem, e mi immergo nella lettura.
Nulla di interessante, per quel che riguarda l'oggetto specifico della mia ricerca.... ma una vera rivelazione per tutt'altra faccenda.
Infatti, l'ultimo capitolo, il XII, si titola: una cospirazione massonica nel 1791?
Onestamente credevo si trattasse di una ulteriore ipotesi; mi sono chiesto, infatti: dietro la morte di Mozart c'è la longa manus della massoneria? E invece no: si descrive la preoccupazione dell'imperatore Leopoldo II per una presunta congiura organizzata dalle logge massoniche bavaresi, e per la precisione praghesi, per far scoppiare (data la storica rivalità fra Praga e Vienna) una rivoluzione anche in Austria, così come era accaduto in Francia.
L'imperatore scrive ad un suo uomo di fiducia, il conte di Rottenhan Heinrich Franz, Luogotenente di sua maestà, già presidente del governo dell'alta Austria, chiedendogli notizie sia sulla massoneria locale che su alcune persone in particolare.
Rottenhan rispose con una lunga lettera datata 29 gennaio 1792.
Ascoltate alcuni stralci della risposta:
«[...] La massoneria ha certamente causato molti danni; genera uno spirito fazioso e scoraggia lo sviluppo di un vero spirito pubblico [...]. La cosa peggiore è che il grande numero di proseliti e il modo subdolo in cui coloro che manovrano le masse sfruttano ogni opportunità per assicurarsi incarichi o altri vantaggi per la corporazione o per sè, fanno sì che essi siano visti nella maggior luce possibile. Sotto il precedente governo, la cosa aveva raggiunto proporzioni tali che i giovani non avevano alcuna prospettiva se non si fossero iscritti alla Massoneria. [... Per quanto riguarda gli Illuminati] gli uomini di quest'Ordine (in parte ipocriti in parti fanatici) [...], cercano di imporre la loro volontà con un'arroganza ed una intolleranza indescrivibili ed hanno come obiettivo niente di meno che l'abbattimento di ogni religione positiva e di ogni ordine costituito. [...] Questi riformatori [...] sono implacabili nemici di ogni monarchia, ma sono anche oppositori dichiarati di tutte le classi di cittadini che, sotto la protezione della costituzione monarchica, hanno acquisito dei vantaggi rispetto ad altri, a causa della loro posizione sociale. proprio per questi motivi, credo che l'illuminatismo, data l'attuale costituzione dello stato austriaco, non possa diventare pericoloso. A parte il fatto che fortunatamente non abbiamo ancora raggiunto il livello di corruzione dei costumi che conduce necessariamente, come in Francia, alla rivoluzione, la maggior parte dei massoni, che qui possono essere considerati illuminati, sono proprietari terrieri. Gli orrori della rivoluzione francese devono aver loro insegnato che cosa accadrebbe loro se sollevassero una mano temeraria contro la costituzione dello stato [...]. In Francia certi nobili privi di scrupoli poterono rinunciare alle proprietà e al titolo perchè con la rivoluzione possono sperare di rubare dieci volte di più di quello che possedevano prima; l'operazione degli assignats [cartamoneta] ha trasformato in milionari dei proprietari terrieri falliti. [...] Cosicché essi [gli illuminati di Germania] non avranno alcun effetto sulle province tedesche di vostra maestà finchè verranno salvaguardati l'ordine nelle finanze, l'esercizio dell'amministrazione dello stato appoggiato dallo spirito pubblico, il controllo contro il falso illuminismo, una seria educazione religiosa [...], una disciplina rigorosa nell'esercito e il giusto equilibrio fra le varie classi di cittadini» (Haus- Hof- und Staatsarchiv, Vienna: fogli 324-339V).
Non c'è che dire: una lettura che sembra per certi versi lo specchio dell'Italia di oggi.... illuminante
Gaetano T.