Giorni or sono alla Avery Fischer Hall, il direttore Alan Gilbert, impegnato con la sua New York Philarmonic nella IX di Mahler ha fermato l'orchestra, nel finale (e non so se mi spiego! quel finale) per il trillo improvviso di un cellulare impostato sulla suoneria "marimba". Gilbert si è fermato, si è girato e, calmo, ha apostrofato il trillatore in platea "ha finito?" e, visto che il trillo proseguiva, ha concluso "allora aspetteremo". Il trillatore è stato subissato di insulti dal resto del pubblico.
Gilbert ha poi spiegato: "Normalmente è bene andare avanti, in questi casi: ma stavolta, sul finale della Nona, era troppo:::".
Ben fatto! Lunedì sera, davanti a me, al Concerto della Filarmonica della Scala (il cui pubblico fra catenelle, braccialetti, cellulari e compulsive scatarrate è una esauriente panoramica di malcostume) a due minuti dicasi due dalla fine della Sinfonia Dal Nuovo Mondo, ecco la gentil signora che ravana rumorosamente nella borsetta, fa emergere il pacchetto di caramelle Leone e comincia rumorosamente ad aprirlo. Faccio cenno a bassa voce: "signora, può aspettare due minuti", si gira mi guarda come fossi sterco e riprende imperterrita lo scavo fino alla fine, fra gli sguardi attoniti della gente attorno a lei.
Conclusione: Alan Gilbert, sei tutti noi!
marco vizzardelli